Le infezioni crociate

Dott. Jacopo Cioni

Un piccolo preambolo. La lettura di questi articoli ha lo scopo di spiegare, sommariamente, perchè e come si riporta un ambiente contaminato e degli strumenti contaminati durante un intervento operativo ad una condizione di nuovo utilizzo.

La sequenza più opportuna di lettura è:

  1. Le infezioni crociate
  2. Sistemi Barriera
  3. Decontaminazione e disinfezione della zona operativa
  4. Fasi di pre-Sterilizzazione dello strumentario
  5. Sterilizzazione

Uno studio dentistico è un ambulatorio dove vengono praticate terapie mediche e chirurgiche e quindi soggetto a leggi ben precise per quanto riguardo la sicurezza sia in termini generali sia in termini biologici. Le infezioni crociate sono uno dei rischi che si corre in ogni ambiente medico e quindi l’odontoiatra che gestisce lo studio deve conoscere molto bene questo fondamentale aspetto delle infezioni crociate ed attrezzarsi per rendere il luogo sicuro contro il rischio biologico, cioè contro la trasmissione di infezioni.

Questa prevenzione si esplica mediante una serie di accorgimenti che vanno dall’uso di barriere fisiche alla disinfezione e alla sterilizzazione.

La terapia odontoiatrica espone operatori e pazienti a possibili infezioni crociate da parte di un elevato numero di microrganismi con caratteristiche differenti di morbosità e contagiosità.

Da una parte possiamo considerare le malattie esantematiche, infezioni dell’apparato respiratorio ed altre patologie trasmissibili caratterizzate da una bassa mortalità che, per quanto invalidanti, non rappresentano particolare fonte di preoccupazione.
D’altra parte invece, con un rischio maggiore, si hanno alcune patologie a trasmissione sessuale o parenterale in grado di evolvere in forme gravi fulminanti oppure con decorso (anche asintomatico) ma in grado di evolvere in forme croniche.

In questa foto è possibile vedere i virus HIV che attaccano un linfocita

Esistono molte infezioni che possono essere trasmesse, ma quelle più pericolose sono rappresentate dall’HBV cioè l’epatite B, l’HCV cioè l’epatite C, l’HIV cioè il veicolo dell’AIDS o la riemergente TBC.

Da quando Alcock nel 1827 pensò di usare l’azione disinfettante dell’ipoclorito di sodio le tecniche di disinfezione e sterilizzazione sono notevolmente migliorate e gli operatori dentistici devono essere aggiornati ai più recenti standard.

L’obbiettivo dei procedimenti di prevenzione e controllo delle trasmissioni delle infezioni consiste nel ridurre la carica microbica tra gli individui, fra individui-strumenti e fra individui e superfici operatorie.

Ricordate che un paziente può essere inconsapevole della sua malattia, cioè non rendersi conto di essere un veicolo di contagio magari perché la patologia è ancora in incubazione e non presenta ne sintomi ne segni, può scordarsi di comunicarlo (per questo è importante una buona anamnesi), può essere reticente a comunicarlo.

Il cardine di un corretto approccio operativo è l’uso di protocolli a cui attenersi scrupolosamente. Questo indipendentemente dal paziente che abbiamo di fronte, ogni paziente deve essere considerato un possibile veicolo d’infezione.

Le malattie infettive sono causate da germi monocellulari di diverse dimensioni comprese fra i 20 e i 20.000 nanometri.
Poiché un nanometro equivale alla milionesima parte di un millimetro, tutti questi microrganismi risultano invisibili ad occhio nudo e possono essere presenti in numero elevatissimo anche in una goccia di saliva o sangue.

Si intende quindi per infezione crociata il passaggio di malattia, tramite contagio diretto o indiretto, da un portatore di malattia infettiva ad un’altra persona.

Esempio di come si possono diffondere le patologie in maniera crociata.

Si capisce come l’infezione crociata sia un circolo vizioso che coinvolge tutti gli operatori odontoiatrici, il personale di studio ed anche persone al di fuori dell’unità lavorativa.

Come possiamo impedire che vi sia un passaggio di contaminanti ( virus, batteri o funghi ) fra un paziente e il successivo, fra paziente e operatore e viceversa?

La strategia operativa per prevenire l’infezione crociata si basa su tre livelli:

  1. Protezione con sistemi barriera e massimo uso di prodotti monouso e monodose.
  2. Decontaminazione e disinfezione della zona operativa.
  3. Sterilizzazione di tutto lo strumentario.

In articoli successivi verranno illustrati questi tre fondamentali passaggi.

E’ quindi molto importante rivolgersi ad operatori laureati, cioè competenti, che adottano le misure corrette per impedire le infezioni crociate.

E’ diritto dei pazienti osservare l’ambiente, le procedure messe in atto per la prevenzione e fare domande per assicurarsi il livello qualitativo.

Dott. Jacopo Cioni
Le infezioni crociate

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.